Giuseppe Conte non è più il Presidente del Consiglio, ma in qualche modo ha fatto breccia nel cuore di molti italiani. Nonostante le differenti opinioni politiche, l’ex PdC un anno fa ci ha fatto sentire meno soli, rassicurandoci in un periodo del tutto nuovo in cui ci siamo sentiti totalmente spaesati tra le nostre mura domestiche. Tanto che la sua voce rassicurante e il suo savoir faire hanno ispirato diverse community su Instagram, ma una su tutte: @lebimbedigiuseppeconte.
Sommario
Ma pandemia a parte, cos’è che ha davvero reso Giuseppe Conte così popolare sul web?
Giuseppe Conte: Il Presidente più social di sempre
Non ce ne voglia Sergio Mattarella, che speriamo sia finalmente andato dal barbiere e di cui abbiamo tutti apprezzato in quel fantastico fuori onda, ma nel corso della pandemia una fetta consistente di popolazione ha riconosciuto nell’ex premier Giuseppe Conte un simbolo di unità nazionale.
Un’ascesa iniziata a marzo 2020 e che ha raggiunto l’apice lo scorso 13 febbraio, grazie al boom dell’ultimo post da Presidente del Consiglio uscente. Tanto che su Facebook è finito al primo posto nel sistema di rilevamento della piattaforma a livello mondiale, con 1,3 milioni di like e 15 milioni di persone raggiunte.
Numeri che farebbero impallidire chiunque sul web abbia speso anni per crearsi un’audience e che non sono il frutto di banali coincidenze, ma che nascondono una solida strategia di comunicazione politica.

Tutti abbiamo bisogno di un Social Media Manager, anche i politici
A seguire l’ex premier c’è sempre stato il social media manager Dario Adamo: classe 1986, in passato responsabile della comunicazione web per il gruppo parlamentare al Senato del Movimento 5 Stelle.
La strategia messa in piedi da Adamo è stata semplice, ma molto efficace. In quel periodo eravamo tutti in diretta, ma nessuno come Giuseppe Conte. La necessità di arrivare al maggior numero di persone li ha portati a scegliere Facebook come canale prediletto.
A volte è arrivato in ritardo, ma se è vero che l’attesa aumenta il desiderio è proprio per questo che siamo rimasti ad attenderlo con smartphone alla mano. C’è da dire, inoltre, che la pagina dell’allora Presidente aveva già 5 volte il numero dei seguaci della pagina istituzionale di Palazzo Chigi e avrebbe dunque raggiunto più persone.
Per coerenza di obiettivo, quindi, sono state utilizzate entrambe, oltre ovviamente a Twitter, Instagram, il sito del governo e le televisioni che potevano ritrasmettere in diretta quel segnale.
Nulla di impopolare, quindi, almeno per i professionisti del settore.
Le bimbe di Giuseppe Conte: molto più di una community
La community ha mosso i primi passi subito dopo la prima diretta Facebook dell’ex PdC e dopo un anno la pagina Instagram conta addirittura 319 mila follower. E se è vero che sui social le foto dei gattini non passano mai di moda, è anche vero che chi c’è dietro la community l’ha pensata un po’ allo stesso modo: foto del Presidente riempite di emoji a forma di cuore e meme al passo con i trend giornalieri, il tutto arricchito da un tone of voice semplice, del tutto informale e comprensibile a tutti.
I post di questo profilo erano inevitabilmente entrati a far del nostro quotidiano, immancabili nella nostra bacheca di Facebook.

Giuseppe Conte: un eroe romantico di un film senza lieto fine
L’effetto delle “bimbe di Conte” ha reso l’ex premier anche un sex symbol. Infatti, nel marzo 2020 il nome dell’allora premier era tra le parole più cercate su Google (ok, prevedibile) insieme a Covid-19, come fare la pizza ed altre ricerche che potete ben immaginare. Ma in pochi sanno, o in questo caso fingono di non sapere, che era anche e soprattutto in cima alle ricerche di Pornhub.
Un dato che ci lascia sorpresi, ma che sicuramente è anche figlio dell’effetto “bimbe di Conte” e della sua comunicazione istituzionale.
In conclusione, nell’analisi di quanto accaduto, bisogna ammettere che nel bene o nel male l’ex PdC è stato molto presente nelle nostre vite in questo periodo da dimenticare e che questo non è stato solo un caso. Un evento che segna un punto di svolta nella comunicazione politica e che ci conferma un cambiamento di rotta.
Per la prima volta, infatti, siamo lontani dalle promesse elettorali e più vicini al politico, grazie anche all’ingrediente che più di tutti nella comunicazione social odierna non può mancare: lo human telling.
Ps: ci teniamo a sottolineare che questa non è un’opinione politica, ma solo un’analisi e un nostro pensiero critico su una situazione già ampiamente affrontata da molti e che ci ha riguardato tutti da vicino.